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ETERNO DILEMMA: CAMPANO O BEEPER? di Eugenio Chisari, allevamento Scolopax.

Sono anni ormai che si discute sull´uso, per la caccia alla beccaccia, e non solo, dei "segnalatori di posizione elettronici", al secolo “BEEPER” in uso nella caccia nel bosco. Oltre gli isterismi, si rende opportuno prendere atto che tali strumenti sono diventati accessori insostituibili ed immancabili nel corredo degli "attrezzi", altrimenti non si seguirebbe la moda, visto che in commercio ormai si trova di tutti i gusti e colori, anche con il telecomando o il localizzatore satellitare; manca poco che non diamo il fucile al cane e così non ci scomodiamo di andarlo a servire. 

C’e’ da dire, comunque, che molti cani sarebbero molto difficili da utilizzare, o persino inservibili, viste le aperture e la voglia di andare, o considerato anche il modo di rimanere collegati al cacciatore. E´ però anche vero che esistono molti eccessi; ma questo è evidentemente un problema dei padroni e non dei cani, ma cercherò, in maniera molto modesta, di dare il mio punto di vista sulla questione, visto che all’avvicinarsi di ogni stagione venatoria, e principalmente delle beccacce, diventa regolarmente oggetto di discussione, forum e dibattito, e non solo da bar. 

Andando a ritroso, mi ricordo che tutti i cacciatori di beccacce nelle regioni del sud e nella mia regione, tradizionalisti per antonomasia, usavano mettere al collo del proprio fedele ausiliare un bel campano (poi qualcuno, tenendo anche all’udito del cane, iniziò a sperimentare il posizionamento al ventre), che segnalava fedelmente la posizione del cane nel folto, il modo di lavorare e, quando taceva, il momento magico della ferma. 

Qui iniziava la seconda parte della magia della caccia nel bosco, cioè la ricerca del cane, nella direzione dove si era udito il campano prima del silenzio. Ricordo le corse a perdifiato prima da una parte, e nulla, poi dall’altra ancora niente, sino a scorgere la sagoma del cane, impietrita al cospetto di sua maestà. Tante volte si passava e ripassava vicino al cane senza vederlo, complice anche la scarsa visibilità in alcune circostanze, nebbia o pinete o boschi particolarmente fitti, e spesso la beccaccia riusciva ad andar via prima dell’arrivo del cacciatore. 

A quei tempi si preferivano i cani dal mantello chiaro, proprio per poterli individuare meglio quando erano in ferma. Molti cacciatori, alla fine degli anni 80, iniziavano a lamentarsi del proprio cane che, con le aperture eccessive, era anche cambiato nel modo di cerca, soprattutto negli inglesi, più spinti,tanto che veniva difficile ascoltare il rintocco del campano con il cane a distanza di centinaia di metri. 

Fu allora che qualcuno, santa persona, inizio a sperimentare l’uso del campano elettronico per i cani da ferma, che facilitava i cacciatori sia nel sentire il cane durante la cerca, sia di localizzarlo prontamente quando cadeva in ferma. Nella metà degli anni 90 si arrivò ad avere degli apparecchi già rodati e collaudati, altamente affidabili, che davano garanzie, sia durante la cerca del cane, anche se estesa, sia durante la ferma. 

Certo, i più romantici e vecchi cacciatori iniziarono a criticare l’uso e la diffusione di questo maledetto/benedetto strumento che via via sostituiva il vecchio e romantico campano. Ai giorni nostri, si può tranquillamente dire che sono ormai come le mosche bianche i cacciatori che si affidano al tintinnio del campano, sicuramente non per l’impossibilita’ ad acquistare il beeper, alla portata di tutte le tasche, tranne i più sofisticati che comunque hanno un prezzo di tutto rispetto, sia perchè intendono la caccia con il cane da ferma in modo tradizionale, sia perché la magia del bosco, con i suoi silenzi magici, viene impietosamente interrotta dal suono del terribile strumento elettronico. 

Alcuni, invece, ritengono il beeper indispensabile per vari motivi: la paura di perdere il cane che allarga molto, con questo strumento si può dire che lo si ha quasi sempre sotto controllo; la certezza di individuare il cane in ferma; la possibilità di regolare i suoni, i modi per farlo suonare in cerca e ferma con modalità e tempi predefiniti, e l’immancabile moda del momento………..! 

Il suo utilizzo e’ ormai diffuso anche ai cani che in montagna cacciano cotorni e qualcuno, benedetti signori, anche a quaglie, ma lì si rasenta il ridicolo ed è puro esibizionismo. Il mio punto di vista e’ il seguente: Io sono un utilizzatore del beeper, non perche‘ esso corrisponda a carniere certo, assolutamente, anzi molte volte, da in anticipo il segnale dall’arme alla regina, che vola prima del sopraggiungere del cane (ma questo vale anche per il campano), ma perchè da l’opportunità di gestire meglio i cani, e di seguirli nella cerca e nella ferma. 

E’ pur vero che, comunque, da più opportunità di servire il cane in ferma, per la facilità di raggiungerlo, anche nei posti più impervi. Questa tesi, fino a qualche tempo fa inaccettabile dai puristi del bosco, e ripudiata nelle prove doc sulle beccacce, sta per essere sposata sia nelle prove, che, come detto, anche nelle assemblee del vari club che la beccaccia annovera, sintomo che la caccia si sta evolvendo. 

Va detto, comunque, che si vedono beeper al collo di cani che, indipendentemente se inglesi o continentali, hanno un metodo di cerca per cui gli sarebbe sufficiente il campano, o addirittura nulla. Concludendo, ritengo opportuno chiarire che ognuno di noi e’ libero di utilizzare, per i propri cani, il beeper o campano, ma occhio agli eccessi, ed agli esibizionismi, che sono quelli che fanno male al mondo venatorio. 

Eugenio Chisari

Allevamento Setter Inglese Scolopax

www.setteringlese.altervista.org

 


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